Un elicottero civile Agusta Westland AW109 è precipitato nel pomeriggio del 9 novembre 2025 nella zona dell’Alpe della Luna, al confine tra Toscana e Marche. Il velivolo, di proprietà di due imprenditori toscani, è stato individuato dopo circa nove ore di ricerche in una zona boscosa e impervia nei pressi del lago di Montedoglio, in provincia di Arezzo. Purtroppo, le operazioni di soccorso si sono trasformate in una ricerca delle vittime, con l’identificazione dei due uomini a bordo: Mario Paglicci, 77 anni, imprenditore orafo di Arezzo, e Fulvio Casini, 67 anni, imprenditore immobiliare di Sinalunga. Le cause dell’incidente rimangono ancora oggetto di indagine, sebbene le prime ipotesi suggeriscono un’avaria meccanica aggravata dalle avverse condizioni meteorologiche.
Le circostanze della scomparsa
L’incidente ha avuto inizio domenica 9 novembre nel pomeriggio, quando il velivolo ha perso il contatto radio durante un volo di rientro da Venezia. Il percorso prevedeva il trasferimento verso San Sepolcro, ma poco dopo le 15:30 il segnale del radar ha smesso di tracciare l’elicottero. La zona interessata dall’incidente è caratterizzata da condizioni meteo particolarmente avverse, con fitta nebbia che ha reso impossibile il volo durante la notte.
La segnalazione di avaria
Prima della perdita di contatto, il velivolo ha inoltrato una segnalazione di avaria, proprio nel momento in cui i piloti avevano perso la capacità di comunicare con le autorità. Nella frazione di Figgiano, numerosi testimoni hanno avvertito un forte boato, confermando che lo schianto era avvenuto nella zona indicata dalle traiettorie di volo. L’ipotesi più accreditata suggerisce che Mario Paglicci e Fulvio Casini abbiano tentato un atterraggio di emergenza, ma il tentativo non ha avuto esito positivo a causa della morfologia del terreno e delle limitate visibilità.
Il tracciato del volo
Il volo partiva da Arezzo e passava attraverso Venezia prima di dirigersi nuovamente verso San Sepolcro. La rotta attraversava l’Appennino tosco-marchigiano, una zona particolarmente impervio e soggetto a repentini cambiamenti meteorologici. L’elicottero si trovava a un’altitudine di circa mille metri quando ha perso il contatto, una quota critica in un’area caratterizzata da creste montuose e boschi densi che rendevano estremamente difficile l’individuazione da parte dei mezzi di soccorso.
Le operazioni di ricerca e soccorso
Le operazioni di ricerca sono scattate immediatamente dopo la segnalazione della scomparsa. Il coordinamento tra le autorità toscane e marchigiane ha permesso di mobilitare circa 50 tecnici specializzati tra il Soccorso Alpino e Speleologico delle due regioni. L’area interessata dalle ricerche è stata estesa per circa 35 chilometri quadrati, configurando un triangolo particolarmente difficile da perlustrare a causa dell’accidentata orografia del terreno.
Mezzi e personale mobilitato
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha coordinato gli sforzi di ricerca, con circa 35 tecnici delle Marche e una quindicina della Toscana impiegati sul terreno. Alle operazioni hanno partecipato unità cinofile specializzate nella ricerca in ambiente montano, essenziiali per coprire ampie aree in tempi ridotti. Gli elicotteri dei Vigili del Fuoco, dell’Aeronautica Militare e dell’Esercito Italiano hanno effettuato numerosi sorvoli diurni e notturni. Fondamentale il ruolo dei droni con pilotaggio remoto, che hanno effettuato decine di perlustrazioni aeree nell’area anche durante le fasi notturne quando i voli tradizionali erano impossibili.
Le difficoltà nelle ricerche
La nebbia fitta e il maltempo hanno gravemente ostacolato le operazioni diurne. Durante la notte, i voli sono stati sospesi a causa delle condizioni meteo avverse, forzando i soccorritori a proseguire le ricerche esclusivamente via terra con l’ausilio di sistemi a pilotaggio remoto. L’accesso all’area è stato possibile unicamente a piedi o tramite elicottero, complicate ulteriormente le operazioni di ricerca e rendendo necessario l’intervento di esperti cacciatori locali che hanno tracciato un perimetro triangolare indicando la zona più probabile dove concentrare gli sforzi.
Ritrovamento dell’elicottero caduto
Nella mattinata del 10 novembre, il relitto è stato finalmente individuato in una zona boscosa del comune di Badia Tedalda, provincia di Arezzo. I Vigili del Fuoco lo hanno avvistato dall’alto durante i sorvoli di ricerca con il primo spuntare della luce del giorno. Il rinvenimento è avvenuto dopo circa nove ore dal momento della scomparsa, e subito dopo è stato necessario mettere in sicurezza l’area a causa del forte impatto e dell’incendio che aveva interessato il velivolo.
Stato del relitto
Il velivolo è stato trovato completamente distrutto a causa del violento schianto contro un crinale alberato. L’urto ha causato un incendio che ha carbonizzato la maggior parte della fusoliera, lasciando ben poco del Agusta Westland AW109 originale. I soccorritori si sono calati col verricello dall’elicottero dei pompieri di Arezzo per raggiungere il relitto e iniziare le operazioni di messa in sicurezza. La Procura di Arezzo ha disposto rilievi tecnici approfonditi per determinare le cause esatte dell’incidente.
Localizzazione e tempistiche del soccorso
L’elicottero è stato localizzato a mille metri di altitudine sull’Alpe della Luna, nel versante aretino. Il rinvenimento in una zona così impervia e raggiungibile solo a piedi ha complicato ulteriormente l’accesso delle squadre di terra, che hanno dovuto marciare in condizioni estremamente difficili per raggiungere il sito. Le squadre di Vigili del Fuoco della Toscana, delle Marche e dell’Umbria hanno confluito verso il luogo indicato, mentre la Guardia di Finanza e i reparti dell’Aeronautica Militare hanno coordinato il perimetro di sicurezza intorno al relitto.
L’inchiesta e le cause dell’incidente
Le autorità competenti hanno subito avviato un’inchiesta tecnica per chiarire le cause esatte del sinistro. Le prime ipotesi considerano sia un’avaria meccanica sia le condizioni meteorologiche avverse, con la fitta nebbia come possibile fattore determinante nella perdita di orientamento e controllo del velivolo.
Analisi preliminari e indagini
L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, in coordinamento con la Procura di Arezzo, ha acquisito i dati della scatola nera dell’elicottero per una ricostruzione completa della dinamica dell’incidente. I rilievi tecnici sul relitto hanno permesso di escludere alcune ipotesi, ma rimane comunque necessaria un’analisi completa di tutti i sistemi del velivolo prima di giungere a conclusioni definitive. Le testimonianze dei cacciatori locali e dei soccorritori hanno confermato che il tentativo di atterraggio di emergenza è stato ritenuto necessario, ma il terreno accidentato e le condizioni di visibilità quasi nulla hanno reso impossibile il successo della manovra.
Impatto e conseguenze dell’incidente
La perdita di Mario Paglicci, noto imprenditore orafo che guidava l’azienda Gimar, e di Fulvio Casini, proprietario della Marta Immobiliare di Sinalunga, ha avuto un profondo impatto sulla comunità imprenditoriale toscana. L’incidente ha sottolineato ancora una volta i rischi associati ai voli in zone montuose con condizioni meteorologiche imprevedibili, aprendo nuove discussioni sulla sicurezza dei voli privati in Italia. Le autorità regionali di Toscana e Marche hanno espresso profondo cordoglio alle famiglie delle vittime e rimarcato l’importanza della preparazione e della prontezza del sistema di soccorso alpino nel rispondere a emergenze di questa entità.




