Tonno da evitare: quali tipi scegliere al supermercato e perché

Il tonno in scatola è uno dei prodotti ittici più consumati in Italia, con 6 italiani su 10 che lo mangiano regolarmente, spesso più volte a settimana. Tuttavia, sceglierne una marca richiede attenzione: numerosi test di laboratorio hanno rivelato che molti prodotti contengono contaminanti pericolosi, come il mercurio, e provengono da pratiche di pesca non sostenibili. Per proteggere la vostra salute e l’ambiente marino, è fondamentale conoscere quali marche di tonno in scatola evitare e quali preferire al supermercato, basandosi su certificazioni, analisi di laboratorio e trasparenza sull’origine del prodotto.

I rischi nascosti nel tonno in scatola

Il tonno in conserva può contenere livelli pericolosi di mercurio, un metallo pesante che si accumula negli oceani e nei pesci predatori come il tonno. Una recente inchiesta condotta dalle organizzazioni ambientaliste ha testato 148 scatolette provenienti da diversi Paesi europei, inclusa l’Italia, con risultati allarmanti: il 100% del campione è risultato contaminato da mercurio, e oltre il 57% supera il limite massimo consentito di 0,3 mg/kg per altre specie ittiche. Sebbene la normativa europea fissi un limite legale di 1 mg/kg per il tonno, questa soglia resta controversa tra gli esperti di sicurezza alimentare.

Contaminazione da metalli pesanti e loro effetti sulla salute

Il mercurio è un neurotossico noto che può danneggiare il sistema nervoso centrale, specialmente nei bambini e nelle donne in gravidanza. L’esposizione cronica a piccole quantità di mercurio può causare problemi cognitivi, disturbi motori e infiammazione sistemica. Nel tonno in scatola, il mercurio si concentra principalmente nel muscolo del pesce, e la conservazione non riduce i livelli di contaminazione. Test indipendenti hanno rilevato concentrazioni variabili da 0,06 mg/kg fino a 0,40 mg/kg tra diverse marche, evidenziando una disparità significativa nella qualità e nella provenienza del pesce utilizzato.

Pratiche di pesca insostenibili e danno ambientale

Oltre ai contaminanti chimici, molte marche di tonno in scatola provengono da metodi di pesca poco rispettosi dell’ambiente marino. La pesca industriale mediante reti a strascico cattura tonnellate di specie non bersaglio, devastando gli ecosistemi oceanici. Secondo il rapporto di Greenpeace sulla sostenibilità della pesca, solo alcune marche rispettano standard certificati di pesca responsabile, come il marchio Marine Stewardship Council. La mancanza di trasparenza sull’origine del pesce, su quando e dove è stato catturato, rende difficile per il consumatore fare scelte consapevoli e etiche.

Tonno da evitare al supermercato

Sebbene i test di laboratorio e gli studi di sostenibilità non identifichino pubblicamente una singola marca come “peggiore”, diverse indagini hanno evidenziato disparità significative tra i prodotti disponibili in commercio. I fattori che dovrebbero mettervi in allerta includono la mancanza di certificazioni ambientali, etichette incomplete, prezzi irragionevolmente bassi e assenza di informazioni sulla specie di tonno utilizzata.

Marche con risultati inferiori nei test di qualità

Alcuni dei marchi testati da istituti indipendenti hanno mostrato concentrazioni di mercurio più elevate, qualità inferiore e scarsa trasparenza nelle loro etichette. Ad esempio, uno dei marchi analizzati è stato segnalato come tra i più scadenti in commercio per parametri come l’etichettatura incompleta, la valutazione merceologica e le criticità organolettiche. Sebbene le normative garantiscano un margine di sicurezza, la scelta di prodotti con livelli di contaminazione prossimi ai limiti massimi comporta un rischio inutile, specialmente se consultati frequentemente.

Segnali di allarme da non ignorare

Quando acquistate tonno in scatola, evitate prodotti che mancano di indicazioni sulla specie esatta di tonno (ad esempio “pinne gialle”, “tonnetto”), non riportano il paese di provenienza, o che presentano un prezzo sospettosamente basso rispetto ai concorrenti di qualità. Un’altra bandiera rossa è l’assenza di certificazioni ambientali, come MSC (Marine Stewardship Council) o altre etichette di pesca sostenibile. Inoltre, diffidare da marche che non forniscono il peso netto e il peso sgocciolato, informazioni essenziali per valutare il rapporto qualità-prezzo.

Quale tonno in scatola scegliere

Per scegliere un tonno di qualità al supermercato, è fondamentale affidarsi ai risultati di test indipendenti e cercare prodotti con certificazioni riconosciute. L’indagine di Altroconsumo, che ha analizzato 30 campioni di tonno in olio d’oliva e olio extravergine di oliva mediante test chimici di laboratorio, offre una guida affidabile per il consumatore italiano.

Marche consigliate e migliori scelte

Secondo i test più recenti, Rio Mare pescato a canna emerge come il migliore sul mercato italiano con 74 punti, seguito da Angelo Parodi trancio di tonno (73 punti), As Do Mar trancio intero (72 punti), Callipo tonno all’olio d’oliva (71 punti). Anche Consorcio tonno in olio di oliva figura tra i migliori con 70 punti. Questi prodotti rispettano i limiti di legge per il mercurio, offrono una buona qualità organolettiche e trasparenza sull’etichettatura. Per chi preferisce il tonno in vetro, Coop Fiofiore filetti di tonno Yellowfin si classifica primo con 72 punti, seguito da Callipo (70 punti) e Ondina di Eurospin come miglior acquisto.

Certificazioni e standard di pesca sostenibile da cercare

Quando siete al supermercato, cercate tonno con certificazione MSC (Marine Stewardship Council), il principale standard internazionale per la pesca sostenibile. Altre certificazioni importanti includono il marchio di sostenibilità dell’UE e le indicazioni sulla tracciabilità della provenienza. Secondo Greenpeace, As Do Mar, Esselunga, Conad e Rio Mare sono tra i marchi che adottano pratiche di pesca più responsabili. L’etichetta dovrebbe riportare chiaramente la specie di tonno, il paese di cattura, il metodo di pesca (preferibilmente “pescato a canna”) e il peso netto e sgocciolato.

Come leggere l’etichetta e fare la scelta consapevole

L’etichettatura del tonno in scatola è uno strumento cruciale per fare acquisti informati. Secondo Altroconsumo, la valutazione dell’etichettatura rappresenta il 10% della valutazione complessiva di qualità, ma offre informazioni preziose per evitare marche scadenti e inaffidabili.

Informazioni essenziali da verificare

Prima di mettere il tonno nel carrello, verificate che l’etichetta contenga il nome scientifico della specie di tonno (ad esempio Thunnus albacares per il tonno pinne gialle, Katsuwonus pelamis per il tonnetto), il paese di provenienza, il metodo di cattura (preferibilmente “a canna”), e il peso netto totale e il peso sgocciolato. L’assenza di queste informazioni è un segnale che il prodotto potrebbe provenire da filiere poco trasparenti o da pratiche di pesca questionabili. Inoltre, verificate la data di scadenza e le condizioni della scatola (nessuna ammaccatura o ruggine).

Valutazione nutrizionale e composizione dell’olio

La composizione dell’olio è altrettanto importante: preferite tonno conservato in olio extravergine di oliva italiano, che offre migliori proprietà nutrizionali e antiossidanti. Leggete la lista degli ingredienti: dovrebbe contenere principalmente tonno e olio, senza conservanti artificiali o riempitivi. Un prodotto di qualità avrà pochi ingredienti e una proporzione elevata di tonno rispetto al liquido totale. Diffidare da etichette vaghe o stampate male, che spesso riflettono una scarsa attenzione ai dettagli del produttore.

Approfondimento: rischi specifici e raccomandazioni sanitarie

I consumatori frequenti di tonno in scatola dovrebbero essere consapevoli dei rischi specifici legati al consumo regolare, soprattutto bambini, donne in gravidanza e anziani. Le agenzie di sicurezza alimentare suggeriscono di limitare il consumo a 2-3 volte a settimana per le persone adulte sane e di alternare il tonno con altri pesci meno contaminati come sardine, sgombri e acciughe.

Consigli per minimizzare l’esposizione ai contaminanti

Se consumate tonno regolarmente, scegliete tonno di specie diverse: il tonnetto striato (Katsuwonus pelamis) contiene meno mercurio del tonno pinna gialla. Preferite lattine che conservano tonno intero o trancetti grossi piuttosto che tonno polverizzato, poiché il processo di riduzione in polvere può concentrare i contaminanti. Inoltre, variare la fonte proteica è essenziale: alternate il tonno con pesce bianco, molluschi e legumi per ridurre l’esposizione cumulativa a mercurio e altri metalli pesanti.

Segnali di allerta nel consumo abituale

Se consumate tonno più di due volte a settimana, monitorate i vostri sintomi di accumulo di mercurio, come tremori, problemi di memoria, irritabilità o insonnia. In caso di consumo consistente, potete fare un test del livello di mercurio nel sangue presso il vostro medico. Le donne che intendono rimanere incinte dovrebbero ridurre il consumo almeno tre mesi prima del concepimento, poiché il mercurio si accumula nel corpo.

Conclusione: scelta consapevole e protezione della salute

Scegliere il tonno in scatola consapevolmente significa proteggere sia la vostra salute che l’ambiente marino. Basandovi su test indipendenti come quelli di Altroconsumo, cercando certificazioni MSC e rivolgendovi a marche come Rio Mare, Angelo Parodi e As Do Mar, potete ridurre significativamente l’esposizione a mercurio e supportare pratiche di pesca sostenibile. Ricordate che il prezzo non è sempre indicatore di qualità, ma marche economiche spesso nascondono pratiche discutibili e scarsa trasparenza.

L’etichetta rimane il vostro strumento più potente: dedicate qualche secondo a verificare la provenienza, la specie di tonno, il metodo di cattura e le certificazioni ambientali. Variate il vostro consumo alternando il tonno con altri pesci meno contaminati e mantenete una frequenza di consumo moderata. Il tonno in scatola può rimanere parte della vostra alimentazione, ma la scelta informata e consapevole è la chiave per bilanciare praticità, gusto e benessere personale e planetario.

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